giovedì 2 luglio 2009

Xdcam secondo JVC

Ho avuto ieri l'occasione di provare per qualche minuto la JVC GY-HM700E, videocamera spallare annnunciata in inverno ed arrivata sul nostro mercato in queste settimane. Con questo camcorder la casa giapponese abbandona il nastro ed intraprende con decisione la via della registrazione su memory card, scegliendo come supporti le schede SDHC (classe 6) o, in opzione, le SxS introdotte da Sony con la serie Xdcam Ex. E proprio con i modelli Sony di questa serie, in particolare con la PMW-EX3, va confrontata la nuova JVC.


La GY-HM700E, come la rivale Sony, ha due modalità di registrazione (HQ a 35 Mb/s e SP a 25 Mb/s). In modalità HQ è possibile registrare in Full HD 1920x1080 con scansione interlacciata o progressiva (24p, 25p, 30p o 50i, 60i), oltre che a risoluzioni inferiori (1440x1080 e 1280x720), ma sempre restando nel campo dell'alta definizione: non è prevista infatti la possibiltà di registrare clip Pal a 720x576. Per facilitare gli utenti di Final Cut Pro la GY-HM700 registra le clip su scheda SDHC come files Quicktime (.mov) che possono essere importati direttamente nel progetto di FCP senza bisogno di trascodifica; se invece si utilizza il modulo opzionale per la registrazione su schede SxS è possibile ottenere files ".mp4" uguali a quelli della PMW-EX3, supportati da diversi sistemi di editing non lineare. Di fatto quello che cambia tra mov e mp4 in questo caso è solo la "confezione", mentre il contenuto è identico dal punto di vista qualitativo (anche i files mov importati in FCP risultano utilizzare il codec Xdcam Ex 35Mb/s). Cosa cambia in termini di prestazioni? Le SDHC sono decisamente più economiche e più facili da reperire, ma richiedono più tempo per il trasferimento dei files sul computer. E' possibile anche utilizzare in contemporanea entrambe le schede, in modo da avere subito una copia di backup del girato. In realtà anche sulla PMW-EX3 si possono oggi utilizzare le SDHC con un opportuno adattatore (leggete qui).

Dal punto di vista delle specifiche tecniche la differenza principale tra Sony e JVC è negli "occhi": la PMW-EX3 ha sensori CMOS da 1/2" a definizione 1920x1080 reale, la GY-HM700 ha 3 CCD da 1/3" (non ho trovato dati sulla definizione reale dei sensori, ma dato che si parla di un sistema di Triplex Offset, va da se che la definizione reale dei singoli sensori sia più bassa del FullHD); ne consegue una certa differenza in termini di sensibilità alla luce e di profondità di campo.
La JVC è migliorata dal punto di vista del viewfinder e del monitor LCD, decisamente superiori ai precedenti, ma che ad un primo impatto mi sono sembrati ancora un gradino sotto al viewfinder della Ex3 (per quanto quest'ultimo sia un po' ingombrante).
La GY-HM700 poi è una spallare "vera", più lunga e pesante della PMW-EX3, caratteristica che sarà un vantaggio o uno svantaggio a seconda dei tipi di utilizzo e delle abitudini degli operatori. I comandi sono posizionati nei punti classici dei camcorder e.n.g., il menù è molto ricco: oltre a scegliere tra un profilo "normal" e due "cinema" (uno con colori più vivi, uno più desaturato), si può intervenire sui colori e sul nero (attenzione però ad utilizzare un monitor di riferimento affidabile!). E' inoltre presente una funzione che permette di ribaltare l'immagine, nel caso di utilizzo di adattatori low cost per ottiche 35mm.

Un vantaggio della GY-HM700 è senza dubbio il prezzo: costa più di 2000 euro in meno della concorrente Sony, è non è poco.
Personalmente la scelta che mi lascia più dubbi è quella dei sensori da 1/3", purtroppo molto diffusi oggi su questa fascia di mercato; un altro timore, che la accomuna alle Xdcam Ex di Sony, è il fatto che il codec a 35 Mb/s utilizzato è sì un po' meglio dell'HDV, ma è ancora molto compresso. Per il resto, tenuto conto delle offerte attuali del mercato su questa fascia, mi sembra un prodotto interessante.

Per approfondire il confronto vi consiglio di vedere le presentazioni fatte da Philip Bloom su entrambe le camere.

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