mercoledì 7 marzo 2007

Creatività e nuove tecnologie

Si stanno moltiplicando le iniziative tese a sperimentare le potenzialità creative dei videofonini di nuova generazione; videoamatori e registi professionisti sono stati più volte chiamati a confrontarsi con i nuovi mezzi digitali. Play The Lab, laboratorio creativo nato dalla partnership tra Nokia Nseries e Mikado Film, ha organizzato lo scorso gennaio una serie di workshops sul tema "La sperimentazione dei linguaggi creativi grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie". Sul sito di Play the Lab è possibile leggere gli abstract degli interventi dei relatori. Pur condividendo solo alcune delle idee esposte, ne riporto alcuni stralci come utili spunti di riflessione: sono le problematiche con cui dovremo confrontarci nei prossimi anni (mesi?) nel campo della produzione e distribuzione multimediale.


"L’estetica cinematografica prodotta attraverso un telefonino porta a compimento un processo di implosione della struttura generalista. In altri termini siamo di fronte a fenomeni che partono dal basso che escono dalle grammatiche e dalle sintassi alfabetiche per privilegiare il momento della performance, dell'evento piuttosto che quello della progettualità e della scrittura.(...) Si può ritenere, anzi auspicare come provvisoria la netta tendenza che questi videomakers-mms ancora dimostrano nel rimodellare e rimediare forme elaborate da altri processi creativi tradizionali (come appunto quello cinematografico) invece di assumere la natura di eventi comunicativi che si producono in piattaforme espressive nuove, interattive: prosumer versus prosumer" (Alberto Abruzzese)

"Partendo dalla possibilità di registrare l’unicità, la profondità e la spontaneità dell’esperienza quotidiana, questi nuovi dispositivi consentono di trasformare - attraverso la dotazione di software per il montaggio e la postproduzione - l’esperienza esistenziale in esperienza estetica: i giacimenti di autenticità antropologica in autenticità artistica." (Nello Barile)

"L’elemento più interessante è la connessione wireless, il terminale della comunicazione non è più un luogo statico ma diventa la monade dinamica del singolo, ganglo neuronale interconnesso con la collettività. Dal volto allo schermo e dallo schermo al mondo. (...) Nell’industria del cinema, nel mondo della musica, nell’arte del teatro, il wireless crea una condizione di onnipresenza, tutto è presente a tutto, una rivoluzione spettacolare, eccezionale, dell’umanità." (Derrick de Kerckhove)

Decisamente più critico Vincenzo Marra, uno degli autori professionisti che hanno accettato la sfida del nuovo mezzo: "Questa nuova tecnologia che ho utilizzato, me ne fa domandare l’uso. Per avere centomila creativi? La storia delle arti ci dice che chiunque può prendere la tavolozza e i colori ma i geni sono pochissimi. (...) Se qualcuno vuole sprecare il suo tempo sulla fermata dell’autobus a guardare un film sul telefonino, e riprenderne la visione il giorno dopo e dopo 48 ore aver finito di vedere il film, non lo condivido ma non lo considero uno scandalo. (...) Personalmente però, il film visto sul telefonino è una stortura terribile, non ha senso. Perchè te lo sei visto? Cosa ti ha dato? Solo per dire che lo hai visto, solo per passare il tempo? Pensa, è più utile!"

Sul sito del laboratorio è possibile vedere anche alcuni cortometraggi realizzati con i videofonini, presentati all'edizione 2006 del Festival di Locarno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

certo è una bella cosa questa di questa tecnologia nuova per i telefonini