venerdì 25 novembre 2005

Light digital - Low cost

"La tecnologia ormai è diventata velocissima nella sua evoluzione, ci ha impregnati di un'ansia di velocità che ci lascia in fondo ignoranti. Neverland vuol essere la possibilità di trovare il tempo per tornare a casa leggermente meno ignoranti", parola di Enzo Aronica, curatore di Neverland, una tre giorni romana di dibattiti, lezioni e proiezioni sul digitale. Si è partiti oggi pomeriggio con un incontro dal titolo "Light digital - Low cost": sul palco il prof. Zagarrio e i registi Federico Greco, Tino Franco e Lorenzo Bianchini; la sala è piena nonostante il diluvio e lo sciopero generale che hanno bloccato la capitale. Emerge il problema della distribuzione dei film : il cinema di genere a volte può essere un aiuto per trovare una distribuzione (Bianchini è al terzo film horror), ma il cammino è comunque denso di ostacoli. Il digitale conquista man mano terreno nelle produzioni, ma la pellicola resta favorita da una burocrazia che fatica ad adeguarsi ai tempi, per cui vidigrafare i film (con i costi aggiuntivi che comporta) sembra ancora la strada migliore per ottenere il giusto riconoscimento. Anche dare una nazionalità alla propria opera, requisito fondamentale perché possa andare nelle sale, può generare problemi di tipo sindacale se si è preferita una troupe "leggera" ad un cast tecnico composto in modo tradizionale.
Insomma: la strada è appena cominciata e c'è molto lavoro da fare, speriamo che iniziative come questa e l'intraprendenza dimostrata dai filmmakers contribuiscano a sbloccare la situazione.

mercoledì 23 novembre 2005

The Big Question

Domenica 27 Novembre , ore 21.30, presso la Casa del Cinema di Roma, verrà proiettato il documentario "The Big Question" di Francesco Cabras e Alberto Molinari. Io ho già avuto modo di vederlo in occasione del Torino Film Festival dello scorso anno e mi ha colpito molto, anche per l’approccio con cui è nato. Girato sul set di "The Passion" di Mel Gibson, dove Cabras interpretava il ladrone Gesmas, "il documentario si basa su un’idea molto semplice e nello stesso tempo abbastanza complessa: porre delle domande estremamente dirette a un campione numeroso di persone circa il proprio intimo rapporto con Dio, la spiritualità e la fede. Uno degli interrogativi è: “Chi è Dio per te”. Una domanda, banale e al contempo difficilissima, che supporrebbe forse non solo una risposta lunga ore ma probabilmente lunga una vita. L’idea e l’esperimento è quello di fotografare delle risposte immediate e più possibile prive di sovrastrutture. Utilizzare il limite apparente di un’intervista non annunciata per raggiungere brevi attimi di verità e onestà." Davanti alla telecamera della Ganga film passano veramente tutti, da Gibson alla Bellucci all’ultima comparsa; la “big question” posta spiazza alcuni, riceve risposte a volte precise a volte confuse, c’è anche chi ti commuove intonando un canto religioso-popolare. Sicuramente tocca tutti.

Cabras e Molinari a Neverland presentano The Big Question

E' la seconda volta che Cabras e Molinari, lasciandosi provocare dalle circostanze in cui vengono a trovarsi e dimostrando grande intraprendenza, realizzano un documentario sul set di un film. La prima occasione si presentò quando Cabras fu chiamato ad interpretare un soldato italiano ne “Il mandolino del capitano Corelli” (con Nicolas Cage, Penelope Cruz e John Hurt): “Una volta sul set non ci vuole molto per capire che stava avvenendo qualcosa di molto interessante: la flemma e l'establishment anglosassone stavano sottilmente cedendo sotto l'energia di tredici giovani attori tricolori, per lo più alle prime armi. (…) Se in prima istanza l'idea era stata quella di un documentario storico che esplorasse le testimonianze greche della strage di Cefalonia, insieme alla finzione contemporanea che ne rappresentava la tragedia, subito dopo la mia attenzione si era concentrata su ciò che stava accadendo davanti ai miei occhi” (F. Cabras). E ne nacque “Italian Soldiers”.

Entrambi i documentari sono stati girati in MiniDV. Non ho avuto modo di vedere “Italian Soldiers”, ma la fotografia di “The Big Question” mi ha entusiasmato, sicuramente un esempio molto positivo di utilizzo del DV e dei mezzi che la tecnologia ci mette oggi a disposizione.
Aspettiamo nuove produzioni!

domenica 20 novembre 2005

Filmmaking in Italia: gioie o dolori?

"Il cinema ha solo 100 anni di vita, le altre arti ne hanno anche 5000. Il cinema è nuovo, ha bisogno di vie nuove da inventare. Non invochiamo assistenzialismo, ma inventiamoci cosa dev'essere la bottega del cinema indipendente italiano". Con queste parole di Carla Tatò, attrice e video-performer, si è chiusa ieri la tavola rotonda dal titolo "Filmmaking in Italia: gioie o dolori?", all'interno della tappa romana del Resfest, festival itinerante di cinema digitale. Sotto la guida di Massimo Curatella di CGItalia si sono alternati sul palco esperti di cinema, registi affermati, giovani filmmakers e new media designer.

ResFest

Numerosi i punti toccati, ma quello che mi è risultato più interessante è stato l'invito del Prof. Marco Maria Gazzano a non fossilizzarsi solo sulle tipologie tradizionali di cinema (lungometraggio e cortometraggio), nel nome di una presunta "magia della proiezione in sala", ma ad approfondire lo studio dei nuovi canali di comunicazione quali internet, videofonini, installazioni video nelle metropolitane, ecc.
In chiusura, Carla Tatò ha ripreso questo invito, sollecitando i registi ad una maggiore libertà creativa: "Non fermatevi a pensare che ci deve essere il soggetto, che poi diventa la sceneggiatura ed infine il film. Ci vuole la capacità di un grande visionario, una capacità di fascino straordinaria. Il cinema indipendente non può essere solo un fatto produttivo! (...) Gli attori sono quelli che fanno esplodere la vostra opera, voi però dovete saperli conquistare!"

PS: su Shortvillage trovate ulteriori dettagli sulla prima parte dell'incontro, in particolare per quanto concerne gli interventi di Giuseppe Piccioni, del Prof. Gazzano e di alcuni giovani filmmakers che hanno preso parte al dibattito (Davide Marengo, Giorgio Croce Nanni, Daniele Lunghini e Alberto Gelpi).

giovedì 10 novembre 2005

L'immagine artistica

Andrej Tarkovskij

"L'immagine artistica è di per sé espressione
della speranza, grido della fede, e ciò è vero
indipendentemente da cosa essa esprima,
foss'anche la perdizione dell'uomo.
L'atto creativo è già di per sé una negazione
della morte. Ne consegue che esso
è intrinsecamente ottimista, anche se
in ultima analisi l'artista è una figura tragica.
Per questo non possono esserci artisti
ottimisti e artisti pessimisti.
Possono esserci solo il talento e la mediocrità"
(da: Andrej Tarkovskij, "Luce istantanea")