giovedì 4 maggio 2006

Cinema e Web: il lancio di "Sangue"

Non è girato in digitale, chiede di essere visto nel buio dei cinema e non sui new media, ma punta sui blogs per farsi conoscere e, chissà, magari far sì che la distribuzione si decida ad aumentare l'esiguo numero di copie in circolazione: è Sangue – la morte non esiste il film di Libero De Rienzo in uscita domani nelle sale. Alla conferenza stampa di presentazione, oltre ai giornalisti delle testate ufficiali, sono stati invitati anche i bloggers. Nella cartella stampa si legge: “Una produzione low-budget per un film non convenzionale destinato ad un pubblico giovane non poteva che scegliere una promozione fuori dagli schemi.(...) L'idea è stata quella di valorizzare lo spirito di produzione orizzontale del film innescando meccanismi di passaparola in rete e nei luoghi fisici di socializzazione giovanile a partire da piccole iniziative innovative. Un modo per chiamare in causa direttamente chi il cinema lo vive in maniera autentica e disinteressata.”




(intervista a Daniele Movarelli di guerrigliamarketing.it)

Cosa si intenda per “spirito di produzione orizzontale” lo si capisce sentendo parlare regista ed interpreti (Elio Germano, Emanuela Barilozzi, Luca Lionello): anche gli attori parlano in prima persona della fase organizzativa, “c'è un senso di proprietà da parte di tutti”, dice De Rienzo, “d'altronde un film prima è un pezzo di carta, poi è un fascio di luce, in mezzo c'è gente che si sporca, suda, fatica”. Fa piacere vedere artisti così giovani e così motivati davanti ai microfoni dei giornalisti. “Abbiamo sentito la necessità di affermare il diritto all'esistenza di un altro modo di stare al mondo e di fare arte (...) Lo spettatore deve uscire turbato, durante il film non deve pensare, deve vivere il film”, un film dedicato ai disadattati, un film che urla un'identità: alla fine di un rave party, una specie di guru dirà a Iuri (Elio Germano) “Tu sei un syntax error”, un errore che non doveva esserci nel sistema.

Emanuela Barilozzi

E sicuramente il film non lascia indifferenti, apre molte domande, grida la sua rabbia contro le divise e le autorità, mette a nudo le paure dell'essere umano. Il dubbio che sorge è: cosa resta? La sinossi “ufficiale” recita: “I due ragazzi dovranno affrontare la più difficile delle sfide, diventare uomini. Iuri affronta di petto tutte le sue paure, sconfiggendole per sempre”. E' affrontare le proprie paure il puntarsi una pistola alla tempia? Questa domanda rimane sospesa nella solitudine gridata da Stella (Emanuela Barilozzi): “Ed io?”.
Penso alle facce dei miei amici, penso a “Diario di un dolore” di C.S. Lewis che ho letto da poco e dico che no, Iuri ha torto, la verità non è “una cosa da ubriachi”.

Luca Lionello

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ottima recensione ;)

Anonimo ha detto...

bello lui!